domenica 22 aprile 2012

Lettera di Elena Mangeruca, III B

Scrivi una lettera ad un’amica per invitarla a trascorrere con te un periodo di vacanza. 
                                                                        

Carissima Benedetta,
solo oggi rispondo alla lettera che mi hai inviato due anni fa per ringraziarmi dei doni che, da quando siamo nate, puntualmente, ti arrivano il giorno del nostro compleanno. Non so spiegarti il perché, forse la mia decisione è dovuta al fatto che sono cresciuta, ho affrontato e superato tanti momenti critici che mi hanno resa più forte e matura. Ecco perché ho “deciso” che è giunto il momento di farmi conoscere da te, farti sapere come sono oggi, partendo da quel fatidico giorno: il 3 ottobre 1998.
Sai, a scuola mi hanno spiegato che la storia degli uomini si ricostruisce grazie a testimonianze dirette e indirette, oggettive e soggettive: documenti, manufatti, ricordi di chi l’ha veramente vissuta. Ecco, oggi io voglio farti conoscere la “mia storia” che è la “nostra storia” dal mio punto di vista. Se infatti dovessi attenermi ai documenti, dovremmo gridare al miracolo e se un miracolo c’è stato il tramite della mano divina (o destino che dir si voglia!) sei stata tu!


Ho deciso di venire al mondo, a differenza di te, con 4 mesi di anticipo ma una vocina dentro mi diceva: “Elena, è ora”, al contrario delle voci che sentivo provenire dall’esterno che, disperate, affermavano: “Signora, se nasce ora non c’è niente da fare!”. Io, da cocciuta quale sono, non ho voluto aspettare e, aprendo gli occhi, il primo volto che ho visto non è stato quello di mia madre ma quello del tuo papà che con professionalità e determinazione, da bravissimo neonatologo, ha iniziato a rianimarmi e intubarmi.
Non ti nascondo che ho provato un po’ di dolore ma ho capito che quella di sopportare era la mia unica via di scampo!
E’ allora che ti ho conosciuta, quando l’ostetrica si è avvicinata a tuo padre con te in braccio e gli ha detto: “Dottore, le presento sua figlia!”. Tuo padre ti ha guardata per un istante e poi ha continuato a compiere il suo lavoro su di me. A causa mia si è perso il momento più bello, la tua nascita, e di questo mi scuso ma tu avrai capito che, grazie al suo “sacrificio”, io sono viva  e posso raccontarti di me. Di questo te ne sarò sempre grata, così come per la vita sarò grata a tuo padre e al fatto che ha creduto in me, nella mia forza e in quello di Dio, e anche se non era in servizio ha messo a mia disposizione la sua infinita bravura e mi ha permesso, per un disegno divino che non ci è dato conoscere, di diventare quello che sono oggi e quello che vorrò essere un domani.
Dalla foto che ti invio insieme alla lettera potrai vedere quanto sono cresciuta e le mie caratteristiche fisiche.
Come te frequento la terza media e, a breve, sarò impegnata negli esami. Io ho un po’ di paura e tu? Mi hai scritto quali sono le tue materie preferite e lo sport che pratichi. Sai, anche in questo siamo “stelle gemelle”: anche io preferisco le materie umanistiche e infatti seguirò la mia passione iscrivendomi al liceo classico perché vorrei diventare critico musicale. Infatti amo la musica, la sua storia e mi piace suonare il flauto. Gioco a pallavolo e, anche se non sono una campionessa come te, mi impegno tantissimo. Studio canto e ascolto musica. Il mio cantante preferito è Alessandro Casillo di cui seguo tutte le vicende e che sogno di incontrare! Ho tante amiche con le quali mi incontro il pomeriggio e il sabato sera vado a mangiare la pizza.
Da due anni mi sono trasferita a Melito di Porto Salvo, il paese d’origine della mia famiglia. Ma questo già lo sai perché, nella telefonata annuale che ci scambiamo per gli auguri di compleanno, le nostre mamme di questo ne hanno già parlato! Non sai però che per me è stato difficile lasciare i miei vecchi amici di Verona e le mie abitudini.
Ho dovuto ricominciare daccapo ma qui, oltre ai miei parenti, ho conosciuto tante persone meravigliose, come i miei amici, i miei compagni e i miei professori.
E poi, senza nulla togliere a Verona, che è una città bellissima e ricca di storia, il mio nuovo paese ha un bene che non tutti hanno: un mare splendido che, anche d’inverno, il solo guardarlo ti apre il cuore e, facendo miei i versi del mio autore preferito, Giacomo Leopardi, “tra questa immensità s’annega il pensier mio”.
Se non mi credi, vieni a trovarmi con la tua splendida famiglia.
Sappilo, tu sei e sarai la mia stella gemella: “gemella” perché siamo nate nello stesso istante, “stella” perché la tua nascita mi ha regalato la luce della vita.

Con affetto.
Elena

                                                                               Elena Mangeruca, III B

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